Come è noto, il percorso della via Francigena che oggi si conosce è quello descritto nel suo diario di viaggio dall’Arcivescovo Sigerico, nel ritorno da Roma verso Canterbury tra il 990 e il 994. Giunto a Pontremoli e dovendo attraversare l’Appennino, Sigerico scelse la via del passo della Cisa (Monte Bardone), che consentiva di raggiungere, disegnando un ampio arco, le città della pianura (Fidenza, Piacenza, Pavia).
Esisteva tuttavia anche un’altra via attraverso i monti, percorsa fin dal VII secolo soprattutto da chi viaggiava a piedi, quale tragitto più breve da Pavia a Lucca e verso Roma. È la Via degli Abati, tratto appenninico dell’itinerario storico che nell’Alto medioevo, a far tempo dai Longobardi, collegava la Langobardia e la capitale Pavia con Lucca ed i domini della Tuscia, in direzione di Roma. Si tratta di un percorso agli albori della Via Francigena, prima della conquista longobarda della Cisa, a lungo controllata dai Bizantini, cui seguirà l’affermarsi del tracciato poi descritto da Sigerico.

Il percorso, che ha continuato ad essere utilizzato come variante più breve specie da chi andava a piedi, toccava anche l’abbazia di Bobbio, nel cuore dell’Appennino, dove i pellegrini diretti a Roma e provenienti dalla Francia e dalle Isole Britanniche passavano a venerare le spoglie di San Colombano (+615), grande abate irlandese e padre, con San Benedetto, del monachesimo europeo. Il tragitto era parimenti seguito dagli abati di Bobbio nel recarsi a Roma presso il pontefice, da cui l’abbazia direttamente dipendeva.Ancora oggi questa storica variante, conosciuta anche come “Francigena di montagna”, che attraversa i valichi e le verdi vallate dell’Appennino toccando i centri medievali di Bobbio, Bardi, Borgotaro e Pontremoli lontano dal traffico stradale e dall’afa della pianura, rappresenta una attraente alternativa per i viandanti della Via Francigena, specialmente durante la stagione estiva.L’antico itinerario, per la parte Bobbio-Pontremoli, è stato riscoperto verso la fine degli anni ‘90 da Giovanni Magistretti, studioso piacentino, autore di diverse relazioni sulla Via e membro dell’Associazione, ed è stato pubblicato nel maggio 2011 in una Cartoguida della Via degli Abati, realizzata con la collaborazione dell’Istituto per Geometri  “Tramello” di Piacenza, delle sezioni CAI provinciali e grazie anche all’intervento delle varie Amministrazioni locali.
Nella Cartoguida, disponibile presso i punti di informazione turistica dei Comuni interessati, viene presentato l’intero percorso, lungo 125 km, suddiviso su due fogli con quattro facciate a colori, in scala 1: 25000.La Cartoguida è stata presentata a Piacenza il 6 aprile 2011, con la partecipazione anche della Rete dei Cammini e dell’Associazione Iubilantes, che dal 2000 collabora con Giovanni Magistretti nella realizzazione e promozione del cammino.
Dal maggio 2008 Elio Piccoli, maratoneta, presidente dei “Lupi d’Appennino”, organizza sul percorso la “The Abbots Way”, ultra-maratona da Pontremoli a Bobbio, divenuta una delle più importanti ultra-maratone nazionali nella natura (con solo il 10% circa di tratti asfaltati).
Nel 2012 Giovanni Magistretti, con l’apporto determinante di Mario Pampanin, presidente  della Associazione Amici di San Colombano, ricuperando suggerimenti di mons. Domenico Ponzini, ha ricostruito anche il percorso che da Pavia conduce a Bobbio.Nella ricerca si è tenuto presente quanto scrive lo storico dei Longobardi Paolo Diacono che, nella sua Historia Langobardorum, colloca Bobbio distante da Pavia 40 miglia (pari a circa 60 chilometri), e si è individuato quindi l’itinerario che più si avvicina a tale indicazione, tenendo conto dei luoghi in cui risalire a memorie longobarde, alto-medievali o del Monastero di Bobbio, anche senza un puntuale riferimento alla traslazione del corpo di San Colombano da Bobbio a Pavia. I monaci del Monastero di Bobbio, infatti, guidati dall’abate Gerlanno, nei giorni 17, 18 e 19 luglio dell’anno 929, trasportarono le reliquie di San Colombano attraverso un percorso leggermente più lungo, da Bobbio a Pavia, studiato appositamente allo scopo di rivendicare davanti al re Ugo di Provenza i beni del Monastero, usurpati dal vescovo di Piacenza Guido e da altri feudatari.
La via individuata (passando per Caminata, Pometo, Canevino, Cella e altre località storiche) è lunga 66 km. e può considerarsi il prolungamento della Via degli Abati,  che diventa in tal modo la Variante Appenninica della Via Francigena, congiungendo Pavia e Bobbio a Pontremoli. Il tracciato complessivo Pavia-Bobbio-Pontremoli è dunque di 191 km.
Si stanno prendendo i contatti con i vari enti interessati per arrivare a pubblicare, anche per il tratto Pavia-Bobbio, una Cartoguida a colori, in scala 1:25000 con l’aggiunta di notizie di carattere storico, artistico ed ambientale sui territori dei Comuni attraversati, come già per il primo tratto Bobbio-Pontremoli.
Particolare interessante: la Via degli Abati è stata inserita nella mappa delle vie storiche della Toscana, quale variante appenninica per raggiungere la pianura padana. Diventa evidente quindi l’importanza del prolungamento fino a Pavia della Via degli Abati nel quadro dei percorsi tra Toscana e Lombardia e verso l’Europa nord-occidentale.
Il percorso è ben segnato, da Pavia a Pontremoli, è georeferenziato (sono disponibili le tracce in GPS), ma la Cartoguida (da Bobbio a Pontremoli) è indispensabile.